ricettività e smart working

La difficile situazione provocata dal diffondersi del Covid-19 ha radicalmente cambiato molte delle solite abitudini. Indossare la mascherina, distanziamento di almento un metro e scomparsa di molte attività. Persino andare in ufficio non è più come una volta. L'impennata dello SmartWorking, ovvero il lavoro tramite mezzi tecnologici svolto non in sede, ha toccato molti settori produttivi. I "pranzi di lavoro" sono ridotti, meno spostamenti per raggiungere gli uffici e meno consumi delle aziende. Per alcuni lavorare da casa è risultato davvero comodo, potendo organizzare meglio la giornata e sicuramente eliminando un po' di frenesia. D'altro canto molti rilevano una calo della concentrazione sulle mansioni da svolgere e un senso di limitazione domestica. Un altro settore in estrema difficoltà è il turismo, dove le strutture stanno pagando care le conseguenze della pandemia. Ma proprio dalle difficoltà che possono nascere delle situazioni magari prima impensabili. Lavorare in hotel, in un B&B o in un agriturismo. Forse una cosa del genere prima di Febbraio 2020 era alquanto strana. Proprio le stesse strutture hanno reagito "inventando" questa particolare formula, offrendo l'alloggio, la connessione internet e qualche extra (pasti o la stampa di documenti ad esempio). Si può anche approfittare per staccare la spina, magari nella SPA, in palestra o usufruendo degli eventuali spazi all'aperto. La prima "big" a pensarci è stata Best Western, lanciando una campagna di marketing per la promozione di questa iniziativa. Altri due sono gli aspetti fondamentali da considerare, ricercatissimi da chi svolge il telelavoro: Privacy, che le strutture ricettive riescono a garantire a livelli elevati; Sicurezza, in quanto i protocolli per questo settore sono chiari ed efficienti e riescono ad essere rispettati senza confusione. Sarà questo il motore attuale del settore ricettività? Per alcuni è già il presente.